Jannik Sinner protagonista assoluto in un inizio di 2024 indimenticabile. L’ultimo annuncio è davvero esaltante. Era già tutto previsto..
Da quando Jannik Sinner è diventato già, nonostante la sua ancor giovane carriera, il tennista italiano più vincente di sempre nell’era Open, si sprecano aneddoti e retroscena sulla sua infanzia, sulla sua adolescenza, sul percorso personale e privato che lo ha portato ad esplodere fino diventare, in questo momento, l’uomo da battere nel circuito ATP.
Oltre ad ammirare i gesti tecnici di un tennista che talentuoso lo è sempre stato, ma che forse in pochi credevano potesse arrivare così presto fino alle vette del ranking mondiale, si è scatenata una grande curiosità nel sapere da dove venga veramente un ragazzo che è diverso da quasi tutti quelli della sua generazione.
Timido, riservato, allergico ai social nell’aspetto della condivisione di fatti della vita privata, poco incline a facili entusiasmi e tutto sommato schivo anche quando si tratta di incassare dei complimenti. O di ricevere il caloroso abbraccio del pubblico, come dimostra il rifiuto – che non ha mancato di scatenare polemiche – alla partecipazione in qualità di ospite al Festival di Sanremo.
E così, oltre ad elencare i tantissimi primati, assoluti e personali, che il campione azzurro sta battendo ed accumulando dopo ogni nuova vittoria nel circuito, qualcuno si è preso la briga di andare ad intervistare chi lo ha visto giocare nel 2018. Ovvero quando Jannik non era ancora maggiorenne. Il retroscena svelato dall’ex coach la dice lunga su quanto Sinner fosse veramente speciale.
Sinner, il retroscena è da brivido
Fanpage.it ha intervistato Soccorso Maffei, ex coach del Piatti Tennis Center – dove Sinner si è allenato fino al febbraio del 2022 – ed attualmente al Green Park Posillipo a Napoli. L’allenatore, oltre a parlare delle qualità mentali, tecniche e fisiche del neo numero 3 del ranking mondiale, ha aperto il cassetto dei ricordi, svelando un aneddoto sconosciuto al grande pubblico.
“Nel 2018 ero a Biella, al torneo Challenger. Io andai lì da coach di Paolo Lorenzi e un pomeriggio incontrammo Jannik che era con Andrea Volpini, coach del Piatti Tennis Center e conterraneo di Paolo. I due si sono allenati insieme e a fine allenamento Lorenzi mi dice ‘Io non ho mai visto una cosa del genere’. A me non aveva fatto lo stesso effetto da fuori ma lui sentiva la resilienza di Sinner in ogni colpo e la sua palla pesante sulla terra rossa“, ha esordito il coach.
Maffei ha poi proseguito il suo racconto che conferma ulteriormente quanto Sinner fosse già un predestinato: “Sono stati a palleggiare un’ora e mezza e, considerando che stiamo parlando di qualche anno fa, Jannik non sembrava subire minimamente la palla di Lorenzi, che a quei tempi era molto forte su quel tipo di terreno.”
Ora possiamo dirlo, Paolo Lorenzi ci aveva visto giusto..