Il tema del doping torna a tenere banco con un’ultima denuncia davvero clamorosa: sarebbero coinvolti addirittura 30 atleti
A poco più di 5 mesi dall’inizio delle Olimpiadi di Parigi c’è da segnalare una nuovo caso legato al doping. Sarebbe interessato un altro Paese dopo quanto accaduto con la Russia. La WADA deve cercare di fare chiarezza al più presto.
Il doping continua ad essere una delle piaghe più importanti all’interno dello sport. Dopo aver superato epoche di uso di sostanze illecite a livello statale (come dimenticare l’ex blocco sovietico o la Germania dell’Est), il tema è tornato in auge per quanto avvenuto con l’attuale Federazione Russa.
Una serie di accuse e casi accertati che hanno portato addirittura all’esclusione della bandiera e del logo dalle Olimpiadi di Tokyo (ma non di tutti gli atleti). Anche a Parigi niente inno per le medaglie e nessun porta bandiera per la sfilata sarà consentito a Mosca che, nel frattempo, ha aggravato la sua posizione con lo scoppio della guerra in Ucraina.
Il problema del doping, tuttavia, non è solo da circoscrivere alla Russia, anzi. Da poco è arrivata una clamorosa denuncia da parte di un atleta colombiano di quanto avviene all’interno del suo Paese e di come sia radicata la pratica illecita. Nello specifico parliamo di un ciclista, Banzer Tomas Bernal Sanchez che ha trovato la forza di denunciare quanto accaduto.
In totale nel ciclismo colombiano sarebbero già 30 gli atleti finiti nel mirino della WADA, ma sono solo una punta dell’iceberg che vede coinvolti anche molti tennisti, calciatori, pugili, pattinatori, rugbisti, giocatori di baseball e sollevatori di pesi.
Bernal, che non è parente di Egan, vincitore del Tour de France del 2019 e magnifico scalatore, ha raccontato la sua storia a l’Equipe, cercando di fare chiarezza su cosa sta avvenendo. Lui risulta sospeso dal 2021, dopo essere stato trovato positivo durante una gara locale. Proprio a causa della squalifica non è riuscito a passare professionista, nonostante ancora oggi coltivi il sogno di farlo.
L’eritropoietina è la sostanza per cui è stato sospeso, che era stata iniettata per via sottocutanea con iniezioni allo stomaco. Un ciclo iniziato un mese e mezzo prima della gara in questione, con altre due dosi a distanza di 8 giorni. I suoi 4 anni di squalifica termineranno nel 2025 ma sono solo un modo per portare alla luce pratiche illecite che coinvolgerebbero altri ciclisti più conosciuti di lui.
A tal proposito, c’è da considerare anche il caso di Fredy Alexander, medico colombiano che assisteva alcuni ciclisti, atteso da un processo in Francia il prossimo settembre con accuse relative alla somministrazione di sostanze illecite.
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