Un lutto che a distanza di tempo non si lenisce. Le ultime dichiarazioni stanno lì a testimoniarlo: una tragedia davvero assurda
La morta di un campione indimenticabile che ancora oggi fa molto male a chi gli ha voluto bene. Riuscire a ritrovare la serenità in queste circostanze diventa davvero difficile, come ha spiegato bene la moglie.
Sono passati ormai 15 mesi dalla scomparsa di Davide Rebellin, ma l’eco di quella tragedia ancora non si è placato. Rebellin è stato uno dei ciclisti più vincenti della storia italiana con una carriera quasi trentennale, costellata da soddisfazioni davvero importanti. Si è aggiudicato diverse classiche tra cui l’Amstel Gold Race, tre edizioni della Freccia Vallone e una Liegi-Bastogne-Liegi, oltre a una tappa al Giro d’Italia e la Parigi-Nizza.
Insomma un vero campione andato incontro a un tragico destino con quel terribile incidente del 30 novembre 2022, nel quale rimase ucciso all’età di 51 anni dopo l’impatto con un camion presso lo svincolo autostradale di Montebello Vicentino. Pensare che si era ritirato appena un mese e mezzo prima, correndo la sua ultima corsa il 16 ottobre 2022 al Veneto Classic.
Una scomparsa la sua che ha sconvolto tutti gli appassionati di ciclismo e della quale è tornata a partlare la moglie Françoise Antonini.
La vedova Rebellin è stata intervistata dalla La Gazzetta dello Sport e ha parlato di come stia vivendo a distanza di tempo la scomparsa di Davide e di come abbia accolto il patteggiamento a 3 anni e 11 mesi di pena da parte del camionista che ha causato il tragico incidente.
“È stato uno choc violento, non volevo crederci. Da allora non dormo più, ho un buco enorme nel cuore e nella mia vita”, spiega Françoise che sulla sentenza aggiunge: “Non sono assolutamente d’accordo. Non chiedo l’ergastolo, ma vorrei almeno raddoppiare la pena, per rispetto di Davide”.
A Françoise fa davvero male pensare come il camionista tedesco alla guida del mezzo pesante sia rimasto per 15 minuti al fianco di Rebellin, esanime dopo l’impatto, senza chiamare i soccorsi, “preoccupato soltanto di cancellare con la saliva le tracce dell’urto sul camion prima di andarsene”.
La donna conclude: “Ho ancora troppa rabbia, tristezza e dolore per perdonarlo“. Ovviamente un lutto del genere, in circostanze così tragiche ed evitabili, non può che lasciare un dolore enorme che nemmeno lo scorrere inesorabile del tempo riesce a cancellare.
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